Ho iniziato a praticare il pranayama durante il mio primo teacher training. I miei maestri sono stati Ambra Vallo e Fabio Filippi, che mi hanno introdotto a molte delle tecniche utilizzate dall’Hatha Raja Yoga per aumentare l’energia vitale (il prana) che è in noi ed in ogni essere vivente.
Pranayama deriva dal sanscrito प्राणायाम, una parola composta da due parti: prana e ayama. Prana significa “vita”, “spirito”, “respiro”, Ayama indica “espansione”, “estensione” e da qui deriva la sua definizione di respiro espanso. Ma in sanscrito “yam” significa anche “controllare” e da qui deriva la definizione “controllo del respiro”.
Aldilà delle definizioni quello che é certo é che, una pratica costante, introduce a diversi stati fisici e mentali e ad una maggior presa di coscienza, generando una maggiore consapevolezza e sensibilità; insegna a calmare il corpo fisico, a controllare quello “sottile”, e a disciplinare la mente.
Le tecniche sono numerose ma in generale, se la respirazione e’ lenta si induce uno stato di calma e di rilassamento. Se invece acceleriamo il respiro si genera in tutte le parti del corpo un effetto stimolante e rivitalizzante. Se cerchiamo equilibrio, dovremmo regolare il flusso del respiro in entrata ed in uscita nelle narici.
